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01/10/20

Smart working: sì o no

Ai tempi del Covid-19, la pandemia ha costretto molte imprese a ricorrere allo smart working.
Le opinioni in merito sono state contrastanti e lo sono tutt’oggi: da una parte il lock down forzato ha favorito un balzo in avanti nel campo della digitalizzazione delle aziende, dall’altra lo smart working non essendo stata una scelta, ma un’inevitabile costrizione, non può affatto considerarsi lavoro agile, perché la sua premessa, e soprattutto la sua promessa, sta proprio nella libertà di sceglierselo e di organizzarselo. È così che il work diventa smart e diventa anche una misura di Welfare Aziendale.
Per potersi dire davvero smart, il lavoro deve possedere quattro requisiti fondamentali:
• una specifica cultura organizzativa basata sulla responsabilizzazione verso i risultati
• l’esplicita introduzione di politiche aziendali per rendere flessibili orari e luoghi di lavoro
• adeguate dotazioni tecnologiche
• adeguati spazi fisici

I motivi per cui preferire il rientro sul posto di lavoro sono molti: non sempre la casa è un posto ideale per lavorare, non tutti possono disporre di uno spazio specifico dedicato dove concentrarsi (come ad esempio uno studio) e spesso i genitori devono districarsi tra riunioni aziendali, calls telefoniche e lezioni dei propri figli piccoli in home schooling.

Anche nel resto del mondo le opinioni sono contrastanti: Il CEO di Twitter, Jack Dorsey, consentirà a tutti i dipendenti di lavorare da casa per sempre, Google e Facebook hanno prorogato lo Smart working fino alla fine del 2020.
Satya Nadella, numero uno di Microsoft, vede la cosa da un’altra prospettiva; seppur non contrario al lavoro a distanza, pensa che serva un equilibrio tra le due modalità. Al New York Times ha dichiarato «Quello che mi manca è quando vai a un incontro fisico, parli a chi è accanto a te, sei in grado di connetterti con i colleghi due minuti prima e due minuti dopo la riunione».
Nonostante Mark Zuckerberg abbia in programma di far lavorare in remoto il 50% dei dipendenti di Facebook entro i prossimi 5/10 anni, afferma «Non è tutto positivo, ci sono tante domande aperte a cui dovremo rispondere nei prossimi anni, può essere difficile trovare il giusto equilibrio senza un chiaro confine tra lavoro e casa. Sono anche preoccupato per i legami sociali più deboli tra colleghi, specialmente i nuovi assunti. E c’è una domanda aperta sul fatto che alcune persone siano meno creative quando non stanno insieme. Penso che la maggior parte di noi non veda l’ora di vedersi di persona».

Non esiste una risposta univoca a “Smart working sì o no”. Ogni azienda nella propria unicità affronterà questo periodo storico in maniera differente.
Mariani Informatica è a fianco delle imprese sia garantendo lo Smart working affidabile in termini di cyber security, protezione delle infrastrutture aziendali e dei dati, sia offrendo soluzioni complete per un rientro in azienda in totale sicurezza.

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